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Come preparare le koi alla primavera.

Siamo ormai alla fine della stagione invernale, anche se le temperature rimangono ancora piuttosto basse e alla mattina è frequente trovare qualche brinata, il fotoperiodo ha già iniziato ad allungarsi.

 

 

L’aumento delle ore di luce ha un effetto diretto ed evidente sul metabolismo delle koi che iniziano a muoversi sempre di più e ad avere più appetito.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il lungo digiuno invernale e le basse temperature hanno costretto le carpe a consumare le loro riserve lipidiche accumulate durante la bella stagione.

 

 

Se i pesci sono stati correttamente alimentati durante l’estate, arriveranno a fine inverno senza alcun segno di deperimento, pronti per riattivare il metabolismo e affrontare le criticità del cambio di stagione.

La primavera rappresenta il periodo dell’anno più complesso in assoluto per le koi poiché è anche il momento della riproduzione che comporta un notevole dispendio energetico e il rischio di ferite ed escoriazioni.

 

 

Inoltre l’aumento delle temperature riporta in attività tutti gli organismi patogeni che trovano in un pesce debole un eccellente ospite da infestare.

Allora come possiamo fare ad affrontare serenamente la primavera, in modo da riuscire a godere a pieno del risveglio della natura e delle nostre koi?

Innanzi tutto è bene prestare la massima attenzione alla qualità dell’acqua, testandola ed eventualmente apportando le dovute correzioni a quei parametri che risultino essere non ottimali. La gestione della qualità dell’acqua costituisce la base del koi keeping.

Senza una buona consapevolezza gestionale dei valori dell’acqua è impensabile poter mantenere le koi in salute nel lungo periodo. Per acquisire queste competenze non è necessario essere dei chimici o dei biologi ma, affidandovi al vostro rivenditore di fiducia, potrete ottenere tutte le informazioni, la consulenza e l’assistenza in materia.

La qualità della dieta e la corretta modalità di somministrazione del cibo sono altri due aspetti di primaria importanza nell’ottica di una ottimale gestione del laghetto. Le koi sono animali potenzialmente molto longevi e necessitano di un’alimentazione ricca, varia e variabile a seconda dell’andamento stagionale se vogliamo che crescano al massimo delle loro potenzialità e che mantengano il più a lungo possibile la loro bellezza. Ho già trattato questo delicato argomento nell’articolo “come alimentare correttamente le koi” quindi, mi limiterò solamente a ribadire il concetto che, non è possibile mantenere le koi in salute se si trascura o si sottovaluta questo fondamentale aspetto della loro gestione.

Oltre alla qualità dell’acqua e alla dieta, c’è qualche altra cosa che possiamo fare affinché le nostre koi possano affrontare al meglio la primavera?

Assolutamente si!

Si tratta di preparare fisiologicamente le koi all’arrivo della bella stagione, con tutti i pro e i contro che l’innalzamento delle temperature comportano.

La prima cosa che possiamo fare è quella di sfruttare il fatto che le koi riprendano gradualmente ad alimentarsi.

Oltre a scegliere il miglior mangime per questa delicatissima fase, possiamo “arricchirlo” con l’aggiunta di Gi.RO.VIT. Si tratta di un integratore alimentare liquido a base di estratti vegetali con proprietà tonico-stimolanti.

La composizione di GI.RO.VIT. è a base di oli essenziali ed estratti naturali di origine vegetale (Fabaceae, Equisetaceae, Rosaceae, Labiateae, Asteraceae, Gentinaceae) Alfa alfa, Equiseto, Rosa Canina, Timo, Echinacea, Tarassaco, Liquirizia, Genziana.

Somministrato regolarmente, il GI.RO.VIT. svolge le seguenti funzioni:

  1. Azione tonico stimolante, in particolare negli stati debilitanti.
  2. Azione di stimolazione dell’appetito per favorire il riequilibrio alimentare.
  3. Azione di apporto di vitamine e oligoelementi, particolarmente utili nei cambi di stagione.
  4. Azione immunostimolante e antidepressiva.

Per ulteriori dettagli sul prodotto e per le modalità di somministrazione, vi rimando alla lettura dell’articolo “Focus on: cos’è e come funziona Nuovo GI.RO.VIT.

 

A questo punto, dobbiamo considerare l’equazione PIU’ CIBO = PIU’ CARICO ORGANICO = PIU’ LAVORO PER IL FILTRO.

Troppo spesso mi sento rivolgere le seguenti domande:

“ma è proprio necessario continuare ad aggiungere batteri al laghetto? Non è sufficiente metterli solo durante la fase di avviamento?”

sali minerali

La risposta è: “SI, è assolutamente necessario aggiungere batteri al laghetto con regolarità e NO, non è assolutamente sufficiente metterli solo durante l’avviamento”.

Vediamo di capire il perché.

Quando ci si rapporta alla gestione di un ecosistema acquatico, naturale o artificiale che sia,  non si può ragionare ed agire a compartimenti stagni.

Il laghetto inteso come volume d’acqua, i pesci che lo abitano, le piante che vi crescono all’interno e sulle rive, gli anfibi che lo frequentano regolarmente o occasionalmente, le alghe, i batteri, ma anche ciò che accade in prossimità delle rive, sono parte integrante del concetto di ecosistema che risulta essere un unico grande organismo e come tale funziona.

Per mantenere questo ecosistema artificiale in equilibrio, dobbiamo assolutamente aiutare il filtro somministrando batteri depuranti con regolarità, tenendo bene a mente che, rispetto ad un ecosistema naturale di pari dimensioni, il nostro laghetto, per quanto grande possa essere, è sempre e comunque sovrappopolato.

Questo è il motivo per il quale è FONDAMENTALE impostare una somministrazione regolare di batteri durante tutto l’anno, che varierà in relazione a fattori abiotici come le temperature, i volumi d’acqua in gioco, il fotoperiodo ecc e fattori biotici quali la biomassa ittica in primis.

Ciò significa che, se non aiutiamo il filtro con una regolare integrazione di batteri ed enzimi, c’è una seria probabilità che si creino le condizioni per un collasso biologico dell’intero laghetto, con conseguenti picchi letali di ammoniaca e nitriti.

Personalmente, ho l’abitudine di anticipare di circa un mese la somministrazione dei batteri depuranti rispetto a quella del cibo , anche se la temperatura dell’acqua è ancora bassa, poiché in questo modo, ho potuto verificare come il filtro risulti maggiormente responsivo all’aumentare del carico organico.

Sempre con un certo anticipo rispetto all’arrivo del caldo, utilizzo Gill fish Professional e ML fish, sia nel lago principale che nelle vasche di allevamento, in dosaggi bassi e a scopo preventivo, per rinforzare le koi prima della ripresa dell’attività dei parassiti.

 

 

Al contrario degli obsoleti trattamenti chimici “tradizionali”, questi fitocomposti della linea Green Vet agiscono tramite il meccanismo del bio accumulo, in maniera naturale, del tutto priva di effetti collaterali sui pesci, sulla biologia del laghetto e del filtro e sulla salute di chi deve maneggiare questi prodotti

Non bisogna dimenticare che i chemioterapici come ad esempio Formalina e Verde Malachite, oppure  gli esteri fosforici come il triclorfon oltre che essere vietati per uso ittico nel nostro paese, espongono i pesci, il laghetto e le persone a tutta una serie di gravi rischi per la salute sia nel breve che nel lungo periodo.

Vi faccio un esempio:

Se io dovessi uccidere una zanzara posata sul muro potrei adottare due tipologie di soluzione:

  1. usare una mano facendo attenzione a non macchiare il muro
  2. spararle con un bazooka

In entrambi i casi otterrei il risultato sperato, cioè quello di eliminare la zanzara, ma appare evidente come le conseguenze sul muro possano differire in maniera sostanziale.

Questa metafora evidenzia molto chiaramente la differenza che esiste tra i due diversi approcci sopra citati nel trattamento delle koi.

La delicatezza, ma allo stesso tempo la risolutezza della mano rappresentano l’efficacia dei fitocomposti e la completa assenza di effetti collaterali che consegue il loro utilizzo.

La sproporzionata potenza del bazooka è equiparabile all’effetto dei trattamenti chimici pesanti e le intuibili conseguenze dell’esplosione sul muro danno un’idea, seppur vaga, degli INEVITABILI effetti collaterali sulla salute dei pesci, del laghetto e delle persone.

Una ulteriore considerazione da fare è che l’effetto del trattamento con i fitocomposti dura nel tempo poiché le molecole attive si accumulano nei tessuti delle koi, esercitando dall’interno, in maniera continuativa, la loro azione sinergica antiparassitaria, antibatterica e antimicotica

La mia personale esperienza con questi prodotti è assolutamente positiva, avendo riscontrato evidenti benefici sui pesci anche in circostanze particolari come le fasi della riproduzione, a partire dalla raccolta dei riproduttori fino alla deposizione vera e propria, oppure durante le varie fasi della selezione, dove le piccole koi vengono pescate e maneggiate una ad una..

L’assenza di capillari dilatati sulla pelle, la respirazione tranquilla e l’immediata ricerca del cibo non appena rimesse in vasca, rappresentano dei chiari indizi di una situazione di benessere delle koi che permane nonostante siano state pescate, maneggiate e spostate.

Anche nei trattamenti prestagionali, in particolare alla fine dell’inverno, ho potuto verificare come i fitocomposti svolgano egregiamente una funzione preventiva sulla pelle e sulle mucose delle koi, preparandole nel migliore dei modi all’arrivo della bella stagione.

Solitamente, a partire dai primi giorni di Febbraio, inizio a somministrare  ML fish Professional e Gill fish Professional con le seguenti modalità e dosaggi:

Settimanalmente fino alla fine di Marzo:

ML fish nella dose di 10 ml/100 litri

Gill fish professional 2,5 ml/100 litri

Dai primi di Aprile alla fine di Maggio:

ML fish nella dose di 10 ml/100 litri per due volte a settimana (es. Martedì e Venerdì)

Gill fish professional 2,5 ml/100 litri una volta a settimana (es. alla Domenica)

Questo protocollo preventivo standard può essere ripetuto più volte, anche durante i mesi estivi. senza alcun rischio per la salute delle koi e degli ecosistemi acquatici in generale.

La regolarità e la continuità nella somministrazione sul lungo periodo rappresentano la chiave del successo nell’utilizzo di questi fitocomposti, dato che  essi svolgono la loro azione tramite il meccanismo del bio accumulo nei tessuti delle koi.

In conclusione, appare evidente che possiamo fare molto per preparare le nostre koi alla primavera, l’importante è acquisire consapevolezza delle esigenze fisiologiche di questi animali e fare di tutto per soddisfare al meglio, pianificando gli interventi in base alla logica delle priorità, facendosi seguire e aiutare da un professionista preparato.

 

 

 

 

 

 

 

Come mantenere le koi in salute con la strategia GreenVet.

Grazie al paziente e meticoloso lavoro del Dott. Enea Tentoni, la rinomata azienda GreenVet ha messo sul mercato una linea di prodotti assolutamente innovativa e completamente naturale per mantenere le koi in salute. 

Si tratta di fitocomposti che, utilizzati con la posologia corretta, danno eccellenti risultati nel prevenire o risolvere problematiche di natura sia batterica che parassitaria.

É importante sapere che:

L’impiego di questi prodotti è privo di effetti collaterali sui pesci, sulle persone e sulla biologia del laghetto nel suo insieme.

Il meccanismo d’azione consiste nella stimolazione delle difese immunitarie del pesce, rinforzandolo dall’interno tramite l’effetto benefico di composti naturali a base di oli essenziali ed estratti vegetali, tale da renderlo più resistente all’attacco degli organismi patogeni.

Inoltre, i princìpi attivi degli olii essenziali che si accumulano nei tessuti dei pesci grazie ad un utilizzo continuativo di questi fitocomposti, esercitano un’azione repellente contro i parassiti che, non riuscendo più trovare un ospite appetibile, muoiono di fame.

Non ultimo, questa linea è pienamente in regola con le norme nazionali e comunitarie in materia di trattamenti sui pesci.

 

Avendo a disposizione questi prodotti, è stato possibile definire un protocollo di trattamento antiparassitario, adatto sia per la quarantena dopo l’importazione che per la risoluzione di problematiche su pesci già presenti nel laghetto.

Ricorda sempre che:

Prima di effettuare un qualsiasi intervento antiparassitario sui pesci, è di fondamentale importanza effettuare una diagnosi corretta, affidandosi a personale specializzato che potrà essere di aiuto anche nell’individuare ed eliminare le cause del problema.

Senza queste premesse sarà improbabile ottenere un risultato apprezzabile nel trattamento di qualsiasi problema di salute delle koi.

La chiave di funzionamento di questi prodotti è il BIOACCUMULO, quindi, nel caso si intenda effettuare un trattamento a scopo preventivo, la regolarità di somministrazione sarà la chiave del successo.

 

Prima del trattamento:

Siccome la riduzione del carico organico dell’acqua ottimizza l’effetto benefico dei fitocomposti, è buona norma eliminare i fanghi accumulati nel filtro meccanico (ad esempio effettuando un’accurata pulizia delle spazzole), aprire gli scarichi sul fondo delle camere del filtro biologico e aspirare eventuali accumuli di detrito dal fondo della vasca.

Tutto ciò, associato ad un cambio parziale dell’acqua, crea le migliori condizioni per l’impiego di questi prodotti.

Protocollo di trattamento intensivo standard:

Sale (non iodato) costante all’8 per mille per almeno 25/30 giorni.

ML fish nella dose di 10 ml/100 litri

Dopo 48 ore

ML fish nella dose di 10 ml/100 litri

Dopo 48 ore

Gill fish professional 2,5 ml/100 litri

Dopo 72 ore

ML fish nella dose di 10 ml/100 litri 

Dopo 72 ore

ML fish nella dose di 10 ml/100 litri 

Questo protocollo standard può essere ripetuto più volte fino al risultato desiderato.

Accorgimenti utili:

Durante il trattamento e la quarantena, se i pesci hanno appetito, è consigliabile aggiungere  GI.RO.VIT. al cibo.

Si tratta di un integratore alimentare liquido a base di estratti vegetali con proprietà tonico-stimolanti.

Gli estratti sono naturalmente ricchi di vitamine e provitamine, amminoacidi essenziali, sali minerali e oligoelementi.

Essi svolgono un’azione fisiologica tonico-energetica, immunostimolante, antinfiammatoria, antisettica, stimolando l’appetito e la digestione.

Il GI.RO.VIT. è particolarmente indicato per ristabilire le energie perse a seguito di situazioni debilitanti come trattamento post operatorio o post cure, trasporto, periodi di caldo intenso, digiuno invernale, frega, quarantena, adattamento a nuovi ambienti ecc…

Protocollo trattamento preventivo standard:

Dopo avere effettuato un trattamento intensivo secondo il protocollo di cui sopra, occorre riportare a zero la concentrazione del sale tramite graduali cambi parziali dell’acqua.

Un dosaggio settimanale di Gill fish professional nella quantità di 1,5 ml/100 litri accompagnato ad una somministrazione mensile di ML fish nella dose di 10ml/100 litri costituiscono un eccellente sistema di prevenzione dato che i princìpi attivi degli olii essenziali si accumulano nei tessuti dei pesci rendendoli più resistenti allo stress e alle malattie.

Questo protocollo di prevenzione deve essere sempre accompagnato da una dieta corretta e bilanciata e da una elevata e costante qualità dei valori dell’acqua del laghetto.

Oltre a queste due regole d’oro, un’ attenta osservazione quotidiana dell’aspetto e del  comportamento delle nostre koi ci permetterà di accorgerci immediatamente di una eventuale anomalia in modo da intervenire tempestivamente.

Uno sguardo al futuro…

Con l’avvento di questi prodotti assolutamente rivoluzionari ha inizio una nuova era del Koi keeping, all’insegna della tutela della salute dei pesci, degli ecosistemi acquatici a partire proprio dal nostro laghetto e degli appassionati di koi che non vengono più esposti agli enormi rischi che correvano nel maneggiare gli ormai obsoleti (oltre che fuori norma) trattamenti chimici.

Dott. Luca Ceredi

Focus on: cos’è e come funziona ML Fish Professional

GreenVet, azienda italiana con un’esperienza pluridecennale nel campo della fitoterapia veterinaria, ha messo a punto una linea di fitopreparati, dedicata ai pesci ornamentali, interamente composti da ingredienti vegetali naturali.

Realizzati con estratti di piante officinali ricche di principi attivi, gli integratori erboristici GreenVet rappresentano un efficace rimedio per diversi disturbi che affliggono gli animali domestici, come, ad esempio, problematiche gastro-intestinali, muscolari, parassitarie o carenze nutrizionali.

L’utilizzo di materie prime di elevata qualità è alla base della straordinaria efficacia dei prodotti GreenVet, che sfruttano l’efficienza del complesso fitoterapico, notevolmente superiore a quella del singolo principio attivo.

Con questo criterio, a seguito del grande successo ottenuto da Gill Fish, è stato formulato ML Fish Professional, un prodotto unico nel suo genere, composto da una sapiente miscela di olii essenziali, emulsionati in soluzione acquosa.

Si tratta di un coadiuvante alimentare liquido con effetto nutritivo indicato per favorire la naturale fisiologia della pelle, a supporto del benessere animale, contestualmente agli interventi atti alla gestione di protocolli di prevenzione e trattamenti di ospiti indesiderati della cute come protozoi, trematodi e crostacei.

 

 

Nel caso specifico delle koi, ML Fish Professional è efficace contro i famigerati vermi della pelle e delle branchie, dei generi Gyrodactylus e Dactylogyrus, contro i vermi intestinali, contro i ciliati e anche contro i crostacei parassiti della pelle come Lernaea e Argulus.

Per un impiego ottimale di questo integratore, è consigliabile effettuare una pulizia profonda dei fanghi del filtro, facendo attenzione ad utilizzare l’acqua del laghetto per questo genere di manutenzione, in particolare nelle camere del biologico al fine di non compromettere la funzionalità dei batteri depuranti.

ML Fish Professional può essere somministrato direttamente nel laghetto, con un dosaggio da 10 a 20 ml ogni 100 litri di acqua, da ripetere dopo 48 ore.

Per ottenere un’azione efficace anche contro le forme incistate dei suddetti patogeni, si consiglia di ripetere i due trattamenti dopo  5 giorni.

 

Come ossigenare l’acqua del laghetto

L’ossigeno disciolto è uno dei parametri fisico-chimici che più condiziona la vita negli ecosistemi acquatici, compresi i laghetti per koi.

Prima di occuparci dei differenti sistemi di ossigenazione del laghetto, è fondamentale comprendere bene il particolare comportamento dell’Ossigeno in acqua.

Trattandosi di un gas disciolto (e non di sali come nel caso dei Nitrati o dei Fosfati), la solubilità dell’ossigeno in acqua è regolata dalle leggi fisiche che riguardano la dinamica dei fluidi.

La legge di Boyle e quella di Henry, ma anche il principio di Pascal e la legge di Dalton sulle miscele di gas, chiamano in causa variabili come la temperatura e la pressione.

Anche il carico organico dell’acqua ha un’influenza importante sulla solubilità dell’ossigeno.

Ma andiamo con ordine, senza lasciarci impressionare dall’apparente complessità dell’argomento.

La dinamica dei fluidi tratta concetti e leggi che, se spiegate nella dovuta maniera, risultano alla portata di tutti.

 

L’aria che noi respiriamo è una miscela di gas costituita per il 78% da Azoto, che è un gas inerte.

L’anidride carbonica costituisce l’1% dell’intero volume, mentre l’ossigeno è presente per il 21%.

La legge di Dalton dice che:  “in una miscela di gas, come ad esempio l’aria atmosferica, la pressione totale è data dalla somma delle singole pressioni parziali dei gas che compongono la miscela”.

A livello del mare, la pressione dell’aria atmosferica è di una Atmosfera e questo valore è dato dalla somma della pressione parziale dell’Azoto, più la pressione parziale dell’Ossigeno, più quella dell’anidride carbonica.

Per semplificare al massimo l’argomento, faremo riferimento solo alla pressione parziale dell’Ossigeno, immaginandoci che l’aria atmosferica sia costituita unicamente da esso.

L’Ossigeno ha forma molecolare O2, cioè si dice che la molecola di questo gas è biatomica.

 

 

 

Per inciso, la molecola è la parte più piccola della materia che ne conserva tutte le caratteristiche fisico-chimiche.

Teniamo a mente queste precisazioni poiché torneranno utili per la comprensione di questo testo.

Adesso immaginiamo un stagno naturale, senza pompe, aeratori, cascate o altri sistemi di ossigenazione.

In che modo questo ecosistema può ossigenarsi?

Prendiamo come esempio una giornata di sole, senza vento e con una temperatura dell’aria di 20° C.

La legge di Henry dice che: “un gas (aria atmosferica) che preme sulla superficie di un liquido (acqua dello stagno) vi entra in soluzione finché non ha raggiunto all’interno del liquido la stessa pressione che vi esercita sopra”.

Quindi, il buon vecchio Henry ci dice che, già con la normale pressione di una atmosfera, l’ossigeno che preme sulla superficie dello stagno, entra in soluzione dentro l’acqua finché  non ha raggiunto all’interno del liquido la pressione di una atmosfera.

Questo processo di ossigenazione naturale avviene di continuo, notte e giorno, estate e inverno, col sole e con la pioggia,  su ogni centimetro quadrato di superficie dell’acqua.

Quando si progetta lo scavo di un laghetto, è importante prestare la dovuta attenzione al profilo batimetrico (cioè la sezione dei vari livelli di profondità) e al rapporto superficie/volume che ne consegue.

 

Nella figura qui sopra vediamo come il laghetto di sinistra abbia un profilo batimetrico con un rapporto superficie/volume più favorevole ai naturali scambi gassosi con l’atmosfera, rispetto al laghetto di destra dove questo rapporto è meno vantaggioso.

Anche il vento, la pressione atmosferica (bel tempo o brutto tempo), temperatura (estate o inverno), il carico organico (acqua pulita o inquinata), il consumo di ossigeno notturno da parte delle alghe e la pulizia della superficie aria/acqua tramite skimmer sono fattori che influenzano in maniera sostanziale gli effetti della legge di Henry.

Analizziamoli uno per uno.

Immaginiamo il solito stagno naturale, senza pompe, aeratori, cascate o altri sistemi di ossigenazione.

Il vento increspa la superficie dell’acqua, aumentando l’interfaccia aria/acqua in cui avviene lo scambio di ossigeno con l’atmosfera.

Se consideriamo la distanza AB come la superficie piatta di uno stagno (assenza di vento) e la distanza CD come la stessa superficie increspata dal vento, vediamo come la distanza CD risulti maggiore di AB.

Quindi il vento, increspando la superficie dell’acqua, aumenta l’area utile al naturale scambio di ossigeno con l’atmosfera.

Quando si sceglie il punto del giardino in cui effettuare lo scavo per il laghetto, è bene tenere conto dei venti prevalenti in quella determinata zona, così da orientarlo in maniera tale che il vento possa agire sul lato più lungo della superficie dell’acqua.

 Nella figura vediamo come i venti prevalenti, agendo sulla distanza A, possano increspare la superficie dell’acqua in maniera più efficace che se agissero sulla distanza B.

Sulla pressione atmosferica invece non possiamo intervenire in alcun modo ma occorre sapere che, durante il brutto tempo, la bassa pressione meteorologia esercita un’azione come di risucchio dell’ossigeno disciolto in acqua, facendo calare pericolosamente la sua concentrazione all’interno del laghetto.

Un corollario della legge di Boyle ci spiega come, anche le alte temperature estive riducano la concentrazione dell’ossigeno disciolto.

Senza entrare nel dettaglio, il buon vecchio Boyle ci insegna che la solubilità dell’ossigeno cala con l’aumento della temperatura.

Inoltre, d’estate le koi hanno molto appetito e il carico organico aumenta, facendo crescere il B.O.D. cioè la domanda biologica di ossigeno poiché i batteri decompositori ne richiedono moltissimo per poter compiere il loro lavoro.

Al termine di ogni giornata, quando il sole tramonta, tutti i vegetali acquatici, in particolare le alghe (presenti in qualunque laghetto) smettono di produrre ossigeno con la fotosintesi e iniziano a consumarlo, producendo anch’esse anidride carbonica (fotosintesi inversa).

Durante il periodo estivo, possono verificarsi situazioni critiche in cui, per una concomitanza di fattori, la concentrazione di ossigeno disciolto raggiunge valori pericolosamente bassi.

E’ il caso delle notti afose, in cui la situazione meteorologica peggiora rapidamente.

La bassa pressione, le alte temperature e la fotosintesi inversa dei vegetali acquatici si aggiungono al normale consumo di ossigeno da parte dei pesci e dei batteri depuranti.

In questa situazione, le carpe più grosse sono le prime a morire poiché hanno bisogno di più ossigeno rispetto agli esemplari di piccola taglia.

Anche la polvere, le foglie e ogni tipologia di detrito galleggiante sono da ostacolo agli scambi gassosi tra acqua e atmosfera e in mancanza di uno skimmer di superficie

Alla luce di queste premesse, vediamo come si può fare ad evitare disastri in un laghetto per koi.

L’evoluzione delle attrezzature filtranti ha portato allo sviluppo di apparecchiature particolarmente performanti, in grado di mantenere in perfette condizioni l’acqua del nostro laghetto.

Occorre prestare particolare attenzione alle tecniche di ossigenazione tenendo bene a mente che OGNI LAGHETTO, anche il più capiente, è SEMPRE in una condizione di sovrappopolazione, se paragonato ad un ambiente naturale di uguale volume.

Inoltre, l’impianto di ossigenazione (ma anche quello di filtraggio) dovrebbe essere tanto più performante e potente quanto più sono ridotte le dimensioni del laghetto.

La regola è: “laghetto piccolo, filtro enorme”.

Come ho dettagliatamente spiegato in uno dei miei precedenti articoli, per avere successo nell’allevamento  delle koi, è fondamentale riuscire a mantenere l’acqua in condizioni COSTANTEMENTE OTTIMALI.

Nel mio laghetto principale di circa 400mila litri, dove tengo tutti i riproduttori, l’impianto di filtraggio è costituito da un filtro a tamburo e un biologico a letto fluido, dove il movimento dei biocarriers (maccheroncini) è assicurato da due potenti aeratori a basso consumo.

biocarriers per filtro a letto fluido

Questi aeratori, oltre a muovere i biocarriers, arricchiscono l’acqua di ossigeno, con grandi vantaggi anche per i batteri depuranti aerobi.

La cascatella e i due ruscelli aiutano l’ossigenazione dell’acqua, mentre gli skimmer di superficie tengono costantemente pulita la superficie del laghetto raccogliendo ogni tipo di detrito galleggiante.

Anche l’ozonizzatore Blue Koi 3, posizionato all’inizio dell’impianto di filtraggio, oltre ad aumentare il potenziale redox dell’acqua, contribuisce in maniera  sostanziale all’ossigenazione del laghetto.

ozonizzatore Blue koi 3

La molecola di ozono “O3”, disciolta in acqua, si divide in un atomo di ossigeno attivo “O”che reagisce con la materia organica e in una molecola di ossigeno “O2” utilizzabile dagli organismi acquatici per la respirazione.

ozonizzatore Blue koi 3

Ho deciso di non mettere le pietre porose direttamente all’interno del mio lago, in quanto non amo vedere l’effetto innaturale delle bolle che salgono dal fondo.

All’interno delle camere del letto fluido, la resa dell’ossigenatore è maggiore rispetto ad un ipotetico diffusore posto sul fondo del laghetto poiché il flusso in controcorrente del filtro aumenta sensibilmente il tempo di contatto tra le bolle d’aria e la colonna d’acqua.

Un altro corollario della legge di Boyle mette in relazione diretta il tempo di contatto delle bolle d’aria con l’acqua che le circonda.

Un diffusore d’aria posto sul fondo del laghetto, libera delle bolle che compiono un percorso rettilineo, dal fondo alla superficie, in un tempo piuttosto breve, generalmente di pochi secondi.

Se invece, il medesimo diffusore d’aria fosse posto sul fondo di una camera di un filtro a letto fluido, le bolle incontrerebbero un flusso di acqua in senso contrario al loro tragitto verso la superficie.

Questo flusso in controcorrente, assieme alla presenza dei biocarriers in moto convettivo, trattiene sott’acqua le bolle per un tempo piuttosto lungo, aumentando il tempo di contatto tra i due fluidi (aria e acqua) e quindi la resa dell’ossigenatore.

diffusore d’aria microforato sul fondo di un filtro a letto fluido

In questo modo è anche possibile evitare lo sgradevole effetto delle bolle in vasca.

Invece, nelle mie vasche di allevamento, considerato il volume di soli 10 mila litri e l’elevato numero di koi presenti, ho preferito mantenere in vasca un paio di diffusori d’aria “di sicurezza” nel caso di blocco della pompa che comunque non si è mai verificato.

Naturalmente, anche nelle camere del biologico delle vasche di allevamento mantengo una consistente aerazione del materiale filtrante.

E’ intuitivo comprendere come i laghetti e le vasche di volume ridotto siano soggetti a notevoli escursioni termiche, potenzialmente pericolose per la vita dei pesci, soprattutto se si considera la temperatura che l’acqua può raggiungere durante il periodo estivo.

Eventualmente, per limitare i danni estetici delle bolle stile idromassaggio nel laghetto, consiglio sempre di posizionare le pietre porose dell’ossigenatore direttamente sotto la cascata (vedi figura qui sotto).

In questo modo otteniamo un vantaggio duplice:

  1. limitiamo il danno estetico e il disturbo visivo dovuto alle bolle. Nel punto dove c’è la cascata, l’acqua è già molto mossa quindi le bolle provenienti dal fondo non compromettono ulteriormente la visibilità.
  2. miglioriamo lo scambio gassoso tra aria e acqua poiché la corrente della cascata tende ad aumentare il tempo di contatto trattenendo le bolle sott’acqua. Come mostrato in figura, le linee di flusso dell’aria (in rosso) sono in controcorrente con le linee di flusso dell’acqua che cade dalla cascata (in blu).

Comunque, il migliore metodo di ossigenazione in assoluto in termini di resa effettiva è l’iniettore venturi, un sistema che sfrutta la differenza di densità dei due fluidi, aria e acqua.

Facendo sempre riferimento alla dinamica dei fluidi, l’acqua è incomprimibile e quando viene spinta (da una pompa) attraverso un tubo con una strettoia, la velocità di scorrimento dell’acqua aumenta, poiché il flusso deve rimanere costante, pur attraversando una sezione più stretta.

schema di un “iniettore venturi”

 

 

 

Questo aumento della velocità, grazie alla considerevole differenza di densità tra i due fluidi (aria e acqua), esercita una forte azione di trascinamento dell’aria attraverso il tubo di pescaggio con un potentissimo effetto di miscelazione con l’acqua.

Il risultato è un potente flusso turbolento di acqua e micro bolle di aria che, se indirizzato in diagonale verso il fondo del laghetto, aumenta considerevolmente il tempo di contatto e quindi la solubilità dell’ossigeno in acqua.

Tuttavia, anche questo sistema ha il suo punto debole.

Rispetto ad un acquario, il laghetto è caratterizzato dalla presenza di un diverso tipo di detrito, tra cui foglie e detrito vegetale in genere.

Questo comporta il rischio di un intasamento della griglia di pescaggio della pompa e il calo di portata che ne consegue può ridurre o annullare l’effetto venturi.

Per queste ragioni, nel caso si decidesse di allestire un iniettore venturi, è fondamentale farsi consigliare bene dal proprio rivenditore di fiducia, sia per quel che riguarda la scelta della pompa più indicata, sia per la costruzione del tubo venturi vero e proprio, ma soprattutto riguardo al posizionamento corretto di questo sistema nel laghetto.

In definitiva, qualunque sistema di ossigenazione si decida di adottare, è buona norma verificarne regolarmente l’efficacia, con il test dell’ossigeno, ricordando sempre che la concentrazione ottenuta non è un valore assoluto, come invece accade per ammoniaca, nitriti e nitrati, ma va sempre rapportata alla temperatura dell’acqua al momento del test.

Ciò significa che, un valore di concentrazione di ossigeno disciolto che, da tabella, risulti ottimale a 25°C possa essere pericolosamente basso ad una temperatura di 12°C.

Come ho raccomandato in precedenza, nel caso aveste dei dubbi interpretativi in materia di misurazione dell’ossigeno disciolto, NON IMPROVVISATE, ma affidatevi alla competenza e alla professionalità del vostro rivenditore di fiducia.

 

Dott. Luca Ceredi

www.allevamentocarpekoi.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Focus on: come funziona Carpa Gel, un fitocomplesso ad uso topico per koi.

GreenVet, azienda italiana con un’esperienza pluridecennale nel campo della fitoterapia veterinaria, ha messo a punto una linea di fitopreparati, interamente composti da ingredienti vegetali naturali.

Carpa Gel è un prodotto cosmetico ad uso esterno, a base di oli essenziali ed estratti, in soluzione di gel emulsionato.

Concepito per stimolare le naturali funzioni fisiologiche della pelle delle koi, è ideale per contrastare sia le dermatomicosi che le dermatiti batteriche.

Carpa Gel ha un forte potere cicatrizzante e le sue componenti lipofile permettono al derma di assorbire gli oli essenziali per diversi giorni, anche se, il prodotto applicato non è più visibile già dopo 30/40 minuti.

 

Questa caratteristica rende Carpa Gel concretamente efficace anche come repellente contro gli ectoparassiti delle koi e come eccellente protezione contro infezioni secondarie su ferite e ulcere aperte.

Il numero e la frequenza delle applicazioni sono da valutare in base alla natura e all’entità del problema.

Ad esempio, la saprolegna solitamente scompare con un’unica applicazione di Carpa Gel, mentre per le ulcere da Aeromonas possono essere necessarie fino a 3 applicazioni distanza di 48 ore l’una dall’altra.

Gli ingredienti di Carpa Gel sono:

Acqua, Emollienti per la cosmesi naturale, propoli, Echinacea, Calendula, Agrimonia, Limone, Eucalipto, Lavanda, Melaleuca alterni foglia, Timo.

Focus on: come funziona Gill fish, un biocondizionatore dalle proprietà sorprendenti

GreenVet, azienda italiana con un’esperienza pluridecennale nel campo della fitoterapia veterinaria, ha messo a punto una linea di fitopreparati, interamente composti da ingredienti vegetali naturali.

Realizzati con estratti di piante officinali ricche di principi attivi, gli integratori erboristici GreenVet rappresentano un efficace rimedio per diversi disturbi che affliggono gli animali domestici, come, ad esempio, problematiche gastro-intestinali, muscolari, parassitarie o carenze nutrizionali.

L’utilizzo di materie prime di elevata qualità è alla base della straordinaria efficacia dei prodotti GreenVet, che sfruttano l’efficienza del complesso fitoterapico, notevolmente superiore a quella del singolo principio attivo.

Con questo criterio è stato formulato Gill Fish, un prodotto unico nel suo genere, composto da una sapiente miscela di olii essenziali, emulsionati in soluzione acquosa.

Gill Fish è catalogato come integratore alimentare, contenente olii essenziali ma, personalmente, ho potuto constatare la sua straordinaria efficacia anche come biocondizionatore.

Infatti, Gill Fish è efficace come protettore delle mucose, coadiuvante nel contrasto di infezioni batteriche e micotiche ma anche come antiparassitario contro infestazioni da protozoi ciliati e flagellati ( Ichthyophtihrius multifilis, Chilodonella sp. e i flagellati intestinali Spironucleus spp. e Hexamita spp.,per citare i più comuni ) assieme ad un effetto contro i vermi parassiti monogenei ( Gyrodactylus spp. e Dactylogyrus spp. ).

Gill fish si è dimostrato efficace anche durante il trasporto e l’acclimatazione dei pesci, garantendo una eccellente protezione delle mucose e una sensibile riduzione dei livelli di stress, grazie al suo blando effetto di sedazione.

Date le caratteristiche dei componenti di Gill Fish, si raccomanda  di rispettare i dosaggi indicati nella apposita tabella.

Utilizzato con regolarità, sia durante i cambi parziali dell’acqua che a seguito di precipitazioni meteorologiche, Gill Fish protegge le mucose delle koi da cloro ma anche da sostanze inquinanti contenute nelle acque di prima pioggia.

Gill Fish ha un tempo di permanenza in acqua di circa 48 ore, durante le quali viene assimilato dai pesci, accumulandosi nei tessuti.

Il risultato di questo bioaccumulo si traduce in una importante azione repellente nei confronti degli organismi patogeni.

In questo modo, i parassiti muoiono non tanto per un’azione diretta di un farmaco ma poiché non riescono più ad infestare un pesce ospite.

Ovviamente, trattandosi di un fitocomplesso, Gill Fish non ha alcun effetto collaterale sulla biologia del filtro e del laghetto in generale e tantomeno sulla fisiologia dei pesci, sia sul breve che sul lungo periodo.

I dosaggi variano da 0,5 a 2,5 ml su 100 litri di acqua a seconda delle esigenze.

Dott. Luca Ceredi

 

 

 

 

 

 

Vi presento una interessante novità: mangime koi Green-sect a base di farina di insetti

Le proteine sono l’ingrediente più importante nella composizione di un mangime per koi e la loro origine determina, in maniera diretta, la qualità complessiva del prodotto e quindi il suo prezzo.

Fino ad oggi, le proteine derivanti dalla farina di pesce sono state considerate le più adatte per l’alimentazione delle koi, in quanto risultano facilmente digeribili e assimilabili ma hanno un costo elevato, sia in termini di reperibilità che per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse naturali oceaniche.

Per contenere i costi del prodotto finale, alcune aziende hanno sostituito le proteine derivanti dalla farina di pesce con altre derivanti dalla lavorazione di scarti della macellazione di animali sangue caldo, come, ad esempio, il sangue di maiale.

Ciò ha ridotto sensibilmente il costo finale del mangime ma a scapito della qualità, poiché questo tipo di proteine “economiche” risulta poco digeribile e scarsamente assimilabile dalle koi.

Nel caso di un utilizzo prolungato di cibo di bassa qualità, le koi subiranno uno stress dovuto alla mal nutrizione e al peggioramento della qualità dell’acqua che ne consegue, provocato dall’aumento della quantità di cataboliti (feci) a causa del mal assorbimento.

Invece, altre aziende più lungimiranti, nell’ottica di una riduzione dei costi, sia economici che ambientali, mantenendo inalterata la qualità del prodotto finale, hanno scelto di utilizzare proteine derivanti dalla farina di insetti.

In natura, gli insetti sia acquatici che terrestri rientrano pienamente nella dieta dei pesci che sono perfettamente in grado di digerirne ed assimilarne le proteine.

Le koi devono compiere uno sforzo minimo per digerire questo tipo di proteine e quindi la differenza tra energia spesa nella digestione ed energia ottenuta dal cibo ha un valore positivo, dato che la farina di insetti costituisce una fonte nutrizionale altamente assimilabile dalle carpe e il suo elevato contenuto proteico la rende un eccellente sostituto della farina di pesce.

Inoltre, la farina di pesce ha un costo altissimo in termini di impatto ambientale, in quanto la pressione di pesca ha ridotto sensibilmente le risorse ittiche oceaniche globali, tanto da renderne necessaria una regolamentazione su scala mondiale, con inevitabili restrizioni che hanno provocato un ulteriore aumento del prezzo di mercato.

Il mangime KOI GREEN-SECT nasce dall’intento di sfruttare una fonte energetica di elevata qualità nutrizionale, contenendo i costi di reperibilità e riducendo lo sfruttamento di risorse naturali oceaniche.

Si tratta di un alimento ad altissimo contenuto proteico (45%) particolarmente indicato per  temperature dell’acqua a partire dai 12°C, che risulta particolarmente appetibile e digeribile per le koi.

Nel periodo primaverile, può essere utilizzato assieme al Koi Cure, all’immunostimolante e al ricostituente affondante, mentre, in estate lo si può alternare al Saki Hikari Balance, al Top Class Koi e al Saki Hikari Color Enhancing.

Durante la stagione autunnale, il Koi Green Sect può essere somministrato assieme al Saki Hikari Multi Season, al mangime con Spirulina e all’Hikari Weath Germ.

Per qualsiasi ulteriore informazione potete contattarmi al seguente indirizzo di posta elettronica:

dott.lucaceredi@allevamentocarpekoi.it

Rivoluzione per la sanificazione del laghetto: come funziona l’ozonizzatore Blue koi 3

Finalmente, dopo parecchi mesi di test, prove e controprove, dopo aver investito tanto tempo e denaro in questo progetto, è arrivato il momento di presentarvi ufficialmente “Blue koi 3“.

Blue koi 3 è un sanificatore di fabbricazione italiana, studiato per il trattamento delle acque di laghetti ornamentali e  biopiscine.

Si tratta di una strumentazione assolutamente innovativa, che sfrutta un processo elettrolitico per produrre ozono dall’aria atmosferica, allo scopo di sanificare gli ecosistemi acquatici, alzando il potenziale redox dell’acqua.

 

L’ozono è un gas con formula chimica O3.

Questa molecola è caratterizzata da una elevata instabilità e una forte reattività, causata da quell’atomo di ossigeno “in più”, attaccato alla molecola di ossigeno O2.

L’Instabilità dell’Ozono e quindi la sua capacità di trasformarsi in ossigeno gli conferisce un’incredibile capacità ossidante che uccide i batteri attaccando la struttura molecolare delle loro membrane protettive e alterandone gli enzimi interni.

Inoltre, è estremamente efficace anche su virus, funghi, muffe, alghe unicellulari, pesticidi, metalli pesanti, ammoniaca, nitrati, nitriti e altre sostanze potenzialmente dannose. Inoltre, veicola ossigeno ed esplica numerose altre funzioni biologiche.

Come ho accennato qualche riga sopra, il Blue koi 3 agisce aumentando il potenziale redox del laghetto grazie all’ozono prodotto.

In parole semplici, questo parametro, strettamente correlato alla disponibilità di ossigeno, quindi al grado di aerazione della colonna d’acqua, rappresenta una misurazione (espressa in millivolts mV) dello stato di salute di un ecosistema.

Qualunque ecosistema acquatico sano ha un potenziale redox alto (a partire dai 250 mV), che equivale ad una buona capacità di decomporre efficacemente la materia organica, mantenendosi in un elevato stato di qualità ambientale, con un effetto benefico diretto sulla salute di tutti gli organismi acquatici.

La funzione di Blue koi 3 è quella di sanificare il laghetto, rendendo l’intero ecosistema più sano e più stabile attraverso il mantenimento di un elevato potenziale redox dell’acqua.

Ciò si traduce in un beneficio concreto su tutta la colonna d’acqua, in particolare nella zona bentonica dove l’aumento della concentrazione di ossigeno ha effetti benefici diretti sull’attività metabolica dei batteri decompositori e di tutti i macro organismi ( lumache, larve di insetti, ecc. ) che colonizzano la zona del fondale.

Un’altra importante funzione biologica svolta dall’ozono in acqua è la frammentazione delle sostanze proteiche in decomposizione, caratterizzate da strutture molecolari molto lunghe e difficilmente decomponibili dai filtri biologici.

In questa maniera, i frammenti molecolari prodotti, sono facilmente metabolizzabili dai batteri depuranti.

Anche i composti che producono la colorazione giallastra vengono distrutti e l’acqua rimane cristallina.

L’ozono migliora la filtrazione biologica e l’eliminazione dei solidi sospesi, oltre a ridurre drasticamente la domanda biologica di ossigeno (BOD).

Il sanificatore Blue koi 3 può essere collegato ad una sonda computerizzata che ne controlla il funzionamento, in modo da mantenere costantemente alto il valore del potenziale redox.

E’ importante comprendere e ricordare che questo strumento svolge un ruolo di SANIFICATORE e non di sterilizzatore, cioè la sua funzione è quella di rendere sano un ecosistema acquatico e mantenerlo tale, non di sterilizzarlo!

Koi-fish Luca Ceredi Koi Farm

Le koi che vivono in un laghetto con un potenziale redox elevato e costante presentano una pelle molto lucente e i colori risultano più vivi e nitidi poiché lo strato di muco protettivo è più sottile e più sano.

I pesci che vivono in un laghetto  costantemente sano possono utilizzare la maggior parte delle energie ottenute dal cibo per la crescita corporea, per mantenere in perfetta efficienza il  sistema immunitario e per le normali attività biologiche e fisiologiche.

 

Dott. Luca Ceredi

www.allevamentocarpekoi.it

 

 

 

 

Com’è fatto e come funziona il filtro a letto fluido.

Nati da un progetto italiano e assemblati con metodo artigianale dall’azienda italiana Seaplast, questi innovativi filtri  a letto fluido si presentano come strutture  autoportanti costruite in tecnopolimero estremamente resistente alle intemperie e all’irradiazione solare.

Simili solo esternamente ai tradizionali filtri a camere, sono dotati di uno scompartimento iniziale che può contenere uno sterilizzatore uvc ad immersione, un secondo vano dedicato alla filtrazione meccanica tramite spazzole per poi arrivare alle camere che ospitano i carriers del letto fluido.

Ciascuna camera è dotata di valvola valterra da 50 mm di diametro per lo scarico dei fanghi.

Le apposite griglie di materiale plastico, con fori 12×12 mm, poste sul fondo di ciascuna camera consentono una perfetta circolazione dell’acqua, mantenendo in sede le spazzole della parte meccanica e i carriers della parte biologica.

A differenza dei tradizionali filtri con camere in serie, questi moderni impianti sono strutturati in modo tale che il flusso dell’acqua attraversi le camere del letto fluido “in parallelo”.

Questo consente di dividere equamente la portata d’acqua in entrata, riducendo sensibilmente la velocità del flusso in ciascuna camera.

Così facendo, il tempo di contatto tra l’acqua e le colonie batteriche adese ai carriers aumenta sensibilmente.
Inoltre, il movimento convettivo dei maccheroncini, mantenuto costante da una moderata aerazione, favorisce un trattamento omogeneo del flusso di acqua che attraversa ciascuna camera.

La particolare struttura delle camere biologiche è stata studiata e realizzata in modo da trattenere le proteine delle sostanze organiche in decomposizione, che si accumulano in superficie sotto forma di una schiuma densa che può venire rimossa manualmente.

Trattandosi di un “letto fluido” viene categoricamente scongiurato il rischio della formazione di percorsi preferenziali del flusso di acqua, tipici dei “letti statici”.

Le bolle d’aria dell’impianto di aerazione hanno un blando effetto abrasivo sul Carrier biologico tale per cui, la parte vecchia delle colonie batteriche viene continuamente rimossa favorendo un rinnovamento costante del biofilm.

A sua volta, il biofilm appesantisce i carriers quel tanto che basta per renderli quasi neutri in acqua, rendendo ancora più efficace il moto convettivo provocato dall’aerazione.

Le camere biologiche disposte in parallelo rispetto al flusso e l’aerazione in controcorrente alla direzione di scorrimento dell’acqua, ottimizzano il tempo di contatto tra i carriers e il flusso idrico che li attraversa.

Questo consente ai “batteri buoni” di avere tutto il tempo necessario per svolgere la loro azione depurativa sulle molecole d’acqua, completando la parte aerobica del ciclo dell’azoto (ammoniaca-nitrito-nitrato).

Oltre a mantenere in costane movimento i carriers, l’aerazione in controcorrente, presente in questo tipo di filtro, arricchisce l’acqua di ossigeno, aumentandone il potenziale redox.

In parole semplici, questo parametro, strettamente correlato alla disponibilità di ossigeno, quindi al grado di aerazione della colonna d’acqua, rappresenta una misurazione (espressa in millivolts mV) dello stato di salute di un ecosistema.

Un laghetto sano ha un potenziale redox alto (a partire dai 250 mV), che equivale ad una buona capacità di decomporre efficacemente la materia organica, mantenendosi in un elevato stato di qualità ambientale, con un effetto benefico diretto sulla salute di tutti gli organismi acquatici.

Anche tutta la flora e la fauna bentonica, cioè tutto l’insieme dei micro organismi animali e vegetali che costituiscono e popolano il biofilm sulle superfici sommerse, beneficiano di tale condizione, proliferando in maniera ottimale.

Questo tipo di filtro biologico, opportunamente calibrato al volume d’acqua da trattare e correttamente riempito con i giusti carriers, riesce a mantenere il laghetto in condizioni biochimiche costantemente eccellenti, con effetti benefici diretti sulla salute dei pesci nel breve e lungo periodo.

Come alimentare correttamente le koi.

I “segreti” per avere successo con questo meraviglioso hobby possono essere riassunti in due “semplicissimi ” concetti:

  1.  alimentare correttamente le koi
  2.  mantenere costantemente al meglio i valori dell’acqua

Tutti sappiamo come lo stress sia il fattore che, più di ogni altro, possa mettere in serio pericolo la salute delle koi poiché ne rallenta sensibilmente lo sviluppo e compromette l’efficienza del loro sistema immunitario, esponendo il pesce all’attacco di parassiti e batteri patogeni.

Purtroppo, le cause più frequenti di stress derivano da una gestione improvvisata e approssimativa dei concetti sopra elencati.

Qualunque forma di stress per le koi si traduce in una perdita di energia e un conseguente aumento dello sforzo necessario per compiere le normali azioni quotidiane quali, ad esempio, la ricerca del cibo, la regolazione osmotica, la digestione, il nuoto e il funzionamento del sistema immunitario.

Tutto ciò espone le koi ad una situazione di vulnerabilità nella quale i problemi di salute non tarderanno a presentarsi, magari sotto forma di parassitosi o batteriosi.

A questo punto, diventa inevitabile trattare le koi con delle sostanze chimiche tipo antiparassitari o antibiotici i cui effetti collaterali si ripercuoteranno tanto sul laghetto, inteso come ecosistema, quanto sulla fisiologia delle koi.

I “trattamenti chimici curativi” (o presunti tali) hanno SEMPRE un effetto diretto, negativo ed inevitabile sui valori dell’acqua e sui tessuti dei pesci, oltre che sui batteri depuranti.

Non si tratta di una probabilità, ma di una certezza!

In particolare, tutta la flora batterica “buona”, presente nel filtro e nel biofilm che ricopre ogni centimetro quadrato di superficie sommersa, subisce un danno assai rilevante, a seguito dell’impiego di trattamenti antiparassitari come formalina, verde malachite, permanganato di potassio, blu di metilene ecc.

La diretta conseguenza è un drastico peggioramento dei parametri chimici dell’acqua, in particolare l’aumento di ammoniaca e nitriti che hanno un effetto diretto sulla fisiologia delle koi, aumentando la probabilità di avvelenamenti, intossicazioni e infezioni batteriche.

Ci tengo a specificare che non si tratta di opinioni personali dettate da convinzioni infondate, ma di chiare e precise regole di biochimica degli ecosistemi acquatici.

Da queste considerazioni, risulta oltremodo evidente quanto possano essere inutili oltre che assolutamente deleteri, i cosiddetti “trattamenti preventivi con antiparassitari chimici”.

Per evitare di procurare stress ai pesci è sufficiente IMPARARE a:

  1.  alimentare correttamente le koi
  2.  mantenere costantemente al meglio i valori dell’acqua

 

Come vedremo tra poco, questi due “semplici concetti” sono indissolubilmente legati.

Per imparare ad alimentare correttamente le koi bisogna partire scegliendo una buona combinazione di mangimi, da alternare a seconda della stagione, possibilmente con l’aiuto a la consulenza di un professionista del settore che possieda adeguate competenze in materia.

Riguardo alle modalità e alle tempistiche per la somministrazione del cibo, ancora una volta, il nostro modello di riferimento è la natura.

Le carpe che vivono in ambienti naturali, siano essi fiumi o laghi, hanno a disposizione la stessa quantità di cibo, tutti i giorni, con lente e progressive variazioni stagionali.

Invece, nei laghetti ornamentali, la somministrazione del cibo rischia di diventare una importante fonte di stress per le koi, se non vengono rispettate certe norme fondamentali, prima tra tutte la regolarità.

Quando c’è il sole, si è più propensi a trascorrere molto tempo in giardino, attorno al laghetto ad alimentare ripetutamente le koi, mentre nelle giornate piovose, capita di non somministrare cibo nemmeno una volta.

Allo stesso modo, nei week end, quando non si lavora, è normale avere più tempo da dedicare a questo hobby e ricevere eventuali visite di amici e parenti ai quali vogliamo mostrare, con un certo orgoglio, i nostri gioielli con le pinne, magari proprio mentre mangiano.

Poi inizia la settimana, si torna al lavoro e capita che passino giorni interi senza che le koi ricevano nemmeno una dose di mangime.

Sarebbe un grave errore sottovalutare la pericolosità di questo tipo di stress.

Oltretutto, si tratta di una fonte di stress facilmente eliminabile, semplicemente adottando un metodo di somministrazione del cibo caratterizzato dalla regolarità, che naturalmente deve adeguarsi, gradualmente e qualitativamente, all’andamento stagionale, proprio come in natura.

La regolarità nella somministrazione del cibo facilita anche il mantenimento dei valori dell’acqua ad uno standard costantemente elevato, senza pericolose oscillazioni, soprattutto se si impara a pesare il mangime, rapportandolo alla biomassa ittica e alla capacità depurativa dell’impianto di filtraggio.

Per calcolare correttamente la quantità in grammi di mangime necessario occorre stimare il peso complessivo in kg di tutti i pesci presenti, la temperatura dell’acqua e la capacità depurativa del filtro.

Tenendo conto che una koi di 40 cm pesa circa 1kg possiamo stimare il peso di ciascun pesce, magari facendoci aiutare qualche amico esperto pescatore “con l’occhio clinico”, abituato a misurare le carpe a peso, senza stressarli con la cattura.

Considerando che, ad una temperatura compresa tra i 19 e i 20°C  le koi mangiano, quotidianamente , una quantità di mangime pari all’1/1,5 % del proprio peso corporeo, tra i 21 e i 23°C la percentuale sale a valori compresi tra 1,5 e 2 %, a 23/25° C  si arriva a 3/3,5 %, mentre a 26/28° C si sfiora il 5%, è abbastanza semplice calcolare il peso del fabbisogno giornaliero di cibo.

Purtroppo, non è altrettanto semplice poter stimare la capacità depurativa del filtro biologico.

Essa dipende da numerose variabili tra cui, la biomassa attiva cioè la quantità di batteri depuranti in grado di svolgere il loro lavoro, in tempo reale, in un determinato momento e ad una certa temperatura.

Potremmo paragonare il nostro filtro ad un atleta che si deve allenare per la maratona.

I chilometri percorsi in allenamento saranno gradualmente crescenti in modo che i suoi muscoli e il suo apparato cardiovascolare possano allenarsi  fino ad arrivare a poter percorrere la distanza massima.

Nel caso del filtro biologico, i chilometri corrispondono al carico organico che deve crescere con estrema gradualità fino a che, in piena estate, raggiungerà il suo massimo.

La capacità depurativa di un impianto di filtraggio non dovrebbe MAI essere un fattore limitante nella gestione del laghetto.

Anche nel caso in cui il binomio filtro-laghetto sia ben equilibrato, bisogna ricordare che occorre tempo e costante somministrazione di batteri, affinché la biomassa attiva possa tararsi in relazione al carico organico a cui deve fare fronte.

Facciamo un esempio concreto per capire meglio:

Consideriamo un laghetto in cui le koi vengano alimentate quotidianamente con 1 kg di mangime, suddiviso in 4 somministrazioni.

Se un giorno, di punto in bianco,  vengono somministrati 2 kg cibo, anche se suddivisi in 8 dosi,  il carico organico totale varierà in maniera repentina, ma la biomassa, cioè la quantità di batteri depuranti attivi non avrà avuto il tempo necessario per adattarsi e smaltire il kg di mangime in più.

Il risultato sarà un inevitabile sbalzo dei valori dell’acqua e un conseguente stress per le koi.

In particolare, durante la stagione primaverile, dobbiamo prestare attenzione alla gradualità con cui aumentiamo la quantità di cibo, dato che durante il periodo invernale, la somministrazione di mangime è ridotta al minimo.

Nella stagione fredda, io utilizzo mangime al germe di grano, altamente digeribile anche alle basse temperature, in quantità minime, regolandomi con il comportamento delle koi.

Sono i pesci stessi a farmi capire, con il loro inequivocabile comportamento, se siano affamate e quanto.

Anche il Saki Hikari Multi season si è dimostrato eccellente durante l’inverno.

Recentemente ho avuto il piacere di testare una novità assoluta in ambito mangimistico.

Sto parlando del  Greenvet Koi Pro 2!!!

Si tratta di un mangime dalle caratteristiche uniche nel suo genere, pressato a mulino, ad una temperatura di 35°-38° C.

Questo peculiare metodo di preparazione a bassa temperatura consente di mantenere inalterate tutte le caratteristiche nutrizionali del prodotto, in particolare del probiotico Kluyveromyces fragilis che promuove la corretta assimilazione dei nutrienti a livello intestinale, favorendo la competizione diretta con i batteri patogeni.

La pressatura a mulino mantiene inalterate anche le altre proprietà  nutritive di koipro2 a partire proprio dal 5% di spirulina (Spirulina maxima, pura al 99%).

Il contenuto di grassi pari al 21% è costituito da olio di salmone di alta qualità  mentre il 41% di proteine è composto da farina di Hermetia illucens un insetto altamente digeribile per le koi, anche alle basse temperature.

Le proteine vegetali di piselli e patate completano il quadro nutrizionale di questo mangime che può essere considerato a tutti gli effetti un “multi season”.

Il Greenvet Koi Pro 2, essendo affondante, risulta particolarmente indicato anche per gli storioni e i Myxocyprinus che sono incapaci di alimentarsi in superficie.

Oltretutto è un “Made in Italy” e, per chi non lo sapesse,  il nostro paese è una rinomata eccellenza in materia di acquacoltura.

Ma torniamo al susseguirsi delle stagioni…

All’inizio di Aprile, quando il fotoperiodo aumenta e le temperature iniziano a salire, è il momento di passare dal cibo invernale a quello primaverile, con una transizione lenta, soprattutto per quanto riguarda la quantità, avendo cura di controllare giornalmente l’andamento dei valori di ammoniaca e nitriti e di aumentare, proporzionalmente al mangime, la somministrazione di batteri depuranti.

Parlando di numeri, nel suo libro ” the secrets of koi untravelled “, Jos Aben riporta il seguente esempio:

-per un laghetto di medie dimensioni, partendo da una somministrazione quotidiana di 250 g di cibo, si può aumentare questa quantità di 10 g al giorno, effettuando controlli serrati dei valori di ammoniaca e nitriti.

-per un laghetto di grandi dimensioni, con un buon impianto di filtraggio, partendo da una somministrazione quotidiana di 500 g di cibo, si può aumentare questa quantità di 20 g al giorno, sempre con un occhio di riguardo per la stabilità dei valori dell’acqua.

Il controllo quotidiano della stabilità dei valori dell’acqua è fondamentale per capire quale sia il carico organico massimo al quale la biomassa batterica del filtro possa fare fronte in quel momento.

Mano a mano che il carico organico aumenta, l’efficienza depurante dei batteri del filtro (e del biofilm) deve crescere di pari passo.

Da Maggio ad Ottobre, il metabolismo delle koi è al top e sono questi i mesi in cui si può lavorare concretamente sulla loro salute attraverso la dieta.

Fate tutto il possibile per sfruttare questa opportunità, magari con la consulenza e l’assistenza di professionisti esperti e competenti.

Seguendo queste semplici regole gestionali, è possibile verificare come il tasso di incidenza delle problematiche di salute delle koi, cali in maniera sorprendente.

 

 

Bibliografia:

-Claude E. Boyd, Craig S. Tucker  “Pond aquaculture water quality Management”.

-Odum “Basi di ecologia”.

-Jos Aben  “The secrets of koi untravelled”.

-Roger Eckert, David Randall “fisiologia animale”.

 

Dott. Luca Ceredi

www.allevamentocarpekoi.it