L’influenza del sedimento sulla qualità delle acque dei bacini artificiali

Nella valutazione dello stato di salute ambientale di un corpo idrico, lago, fiume o torrente che sia, sempre poca attenzione è rivolta alla componente del substrato di fondo.

Hiutsuri-Luca-Ceredi-Koi-Farm

 

Il fondale di un lago è composto da

  • una frazione inorganica, originata dalla frammentazione e degradazione della componente minerale
  • una frazione organica costituita da tutti gli organismi viventi
  • una frazione degradata rappresentata da rifiuti e da prodotti di decomposizione

Le forme viventi legate al sedimento sono fondamentali per la sua evoluzione.

Anche la componente del fondo, con il passare degli anni, invecchia, passando da una condizione giovane ad uno stato più maturo, influendo in tal modo sullo stato qualitativo delle acque sovrastanti.

Ad esempio, un ambiente all’origine vivo, ricco di ossigeno, con acque limpide, può trasformarsi nel tempo, passando da uno stato così detto oligotrofico (povero di nutrienti, intesi come sali dell’azoto e del fosforo, cioè Nitrati e Fosfati) ad uno stato eutrofico (ricco di Nitrati e Fosfati).

I batteri presenti sul fondo sono i principali fautori della digestione e degradazione della sostanza organica che viene ad accumularsi nel tempo.

In alcuni periodi critici come l’estate, nei laghi con scarsa circolazione (ad esempio nei laghi di pesca sportiva) il riscaldamento delle acque superficiali genera il termoclino, cioè la stratificazione termica tra la superficie calda e le acque profonde più fredde , provocando la formazione di zone anossiche in prossimità del fondale.

In queste condizioni, viene prodotto acido solfidrico che è un potente veleno per tutta la fauna ittica.

Inoltre, la decomposizione anaerobica dei residui vegetali e animali produce anche metano, altro composto mortale per gli organismi acquatici.

Per scongiurare questi pericoli è sufficiente garantire una adeguata circolazione dell’acqua in modo da fare arrivare ossigeno fino agli strati superficiali del sedimento.

Occorre anche prestare una particolare cura alla qualità e alla quantità di tutto ciò che si accumula sul fondo del laghetto, somministrando regolarmente batteri specifici che lavorino sia sopra che all’interno degli strati del sedimento.

 

La somministrazione regolare dei batteri outbreak Pond della linea americana ATM, aiuta a mantenere ad un livello ottimale la quantità del sedimento, mineralizzando la frazione degradata tramite l’incremento dell’efficenza della frazione organica.

Invece, i batteri in compresse micropan aquacombi della linea Eurovix, utilizzati regolarmente, lavorano negli strati più profondi del sedimento, anche in situazioni di anaerobiosi, dato che queste compresse sono costituite sia da batteri aerobi che da batteri anaerobi facoltativi.

Questo bioattivatore di ultima generazione crea le condizioni adatte all’insediamento e al mantenimento della biocenosi bentonica, cioè di tutta quella varietà di micro e macro organismi che colonizzano e rendono vivo il sedimento (frazione organica).

Partendo dal presupposto che il laghetto dovrebbe essere concepito e gestito come un ecosistema (conviene copiare dalla perfezione della natura!!!), sarebbe utopistico cercare di mantenere un ambiente asettico tipo “sala operatoria”, evitando in maniera ossessivo-compulsiva qualsiasi accumulo di sedimento sul fondale o raschiando via il prezioso biofilm dalle pareti e andando in paranoia se una rana o una libellula toccano l’acqua.

Un sedimento vivo e sano è un valore aggiunto al laghetto, dal momento che incrementa la ricchezza in termini di biodiversità, ospitando una biocenosi bentonica in grado di apportare benefici alla stabilità biochimica dell’acqua e alla fauna ittica.

Non è un caso che, in Giappone, le Koi migliori e più promettenti vengano messe a crescere nei mud Pond (laghi di fango) dove possono trovare sul fondale, tutto ciò che occorre loro per una crescita  sana.

Luca Ceredi allevatore carpe Koi

 

In natura le carpe sono naturalmente portate a grufolare sul fondale dove trovano cibo sotto forma di organismi bentonici come piccoli vermi, crostacei, uova di pesce, alghe, ma anche sali minerali derivanti dalla frazione inorganica del detrito.

Nei laghetti artificiali, sia impermeabilizzati con il telo che con il cemento, le Koi non hanno a disposizione un fondale naturale nel quale poter grufolare e questo può rappresentare un grosso limite per una crescita sana e un corretto sviluppo muscolo-scheletrico.

Nei miei laghetti e nelle mie vasche di allevamento, curo con particolare attenzione lo sviluppo del biofilm e la qualità del sedimento, evitando la stratificazione termica della colonna d’acqua con un opportuno ricircolo (che varia a seconda della stagione) e somministrando regolarmente sali minerali e batteri depuranti in polvere e in compresse.

 

Così facendo, le mie Koi hanno a disposizione in ogni stagione, una fonte alimentare praticamente inesauribile e il loro sistema immunitario viene costantemente stimolato, fin dallo stadio larvale, in modo da ottenere Koi che crescano sane e resistenti.